E se la depressione fosse conseguenza dell’infiammazione? Ne è convinto Edward Bullmore, psichiatra inglese che argomenta la tesi nel saggio La mente in fiamme (Bollati Boringhieri). Decenni fa, quando era ancora un «medico» e non ancora uno «strizzacervelli» che avrebbe messo, controvoglia, il fonendoscopio in un cassetto, l’autore rimase colpito dall’umore depresso di una paziente con artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica. E così classificò la donna come affetta dalla patologia reumatica in questione ma anche da depressione. La diagnosi fu però contestata dai suoi superiori, che gli fecero notare come sia normale per chi deve sopportare una condizione invalidante grave non essere di buon umore. Secondo Bullmore questo approccio risente di una concezione cartesiana, cioè di una divisione concettuale netta fra mente, dominio della psichiatria, e corpo, territorio della medicina, che ancora oggi- l’autore ne è convinto- sarebbe «regnante».
(Fonte: tratto dall'articolo)