Si può prevedere la comparsa della malattia di Alzheimer con diversi anni di anticipo? È la domanda che si pongono molti adulti una volta imboccato il viale della terza età.
Al momento non c’è alcun esame diagnostico ritenuto predittivo della comparsa della più diffusa forma di demenza senile. Eppure ci sono alcuni segnali che, se notati, suggerirebbero quanto meno di consultare il proprio medico. Da una ricerca pubblicata nelle scorse settimane sul «Journal of Alzheimer’s Disease», condotta dall’Istituto di neuroscienze del Cnr, dalle Università di Firenze e Bari, dall’istituto di ricerca «Casa Sollievo della Sofferenza» di San Giovanni Rotondo e dall’Istituto Superiore di Sanità su 2400 over 65 emerge che la difficoltà nello svolgere attività quotidiane complesse, come maneggiare il denaro o cucinare, l’utilizzo del telefono e dei mezzi di trasporto, può rivelare con otto anni di anticipo lo sviluppo della demenza nei soggetti affetti da lieve deficit cognitivo. Si tratta cioè di uno stadio di pre-demenza che sta tra il normale invecchiamento mentale e il deterioramento che conduce alla malattia di Alzheimer. Anche la difficoltà nel riporre gli oggetti nello stesso posto da cui erano stati prelevati, i cambiamenti di umore, di personalità e la mancanza di iniziativa sono segnali da non trascurare.
(Fonte: tratto dall'articolo)