Individuati nel Dna di «super-anziani», che trascorrono la vecchiaia in perfetta salute, i segreti per invecchiare al riparo da declino cognitivo e malattie croniche: a proteggerli un gruppo di sequenze genetiche che risultano rare o assenti nel Dna della popolazione generale che vive una vecchiaia meno «felice» sul fronte salute. Annunciati sulla rivista Cell, sono i primi risultati dello studio «Wellderly», iniziato nel 2007.
La ricerca, attualmente in corso, si basa sull’analisi dell’intero genoma di questi anziani in ottima salute, a caccia delle varianti genetiche che li proteggono. Lo studio è coordinato da scienziati dello Scripps Translation Science Institute in California. Per ora è stato sequenziato l’intero genoma di 600 «super-anziani» e i dati genetici ottenuti sono stati messi a confronto con quelli raccolti da una popolazione di 1.507 adulti «normali», che invecchiano non immuni da acciacchi, declino mentale e malattie. Sebbene i super-anziani presentino meno fattori di rischio genetici per Alzheimer, ovvero meno «mutazioni» legate alla demenza, è emerso che hanno gli stessi fattori genetici di rischio per malattie cardiovascolari, diabete e tumori, rispetto agli adulti normali di controllo.
Il segreto del loro «successo» è dunque da ricercarsi in altre sequenze genetiche, presumibilmente protettive: infatti i ricercatori hanno individuato alcune sequenze più frequenti nel Dna dei super-anziani e rare in quello di adulti «normali». Alcune di queste sequenze protettive sono state associate in particolare a minore rischio di declino cognitivo.
(Fonte: tratto dall'articolo)