Numerose indagini hanno dimostrato che lunghi periodi di isolamento possono indurre un'elevata gamma di disturbi nella salute delle persone, soprattutto in quelle anziane, che vengono spesso a trovarsi forzatamente in questa situazione.
Ora, un team del California Institute of Technology sembra avere isolato per la prima volta un neuropeptide prodotto dal cervello in un gruppo di topi, animali molto socievoli, costretti all'isolamento.
La molecola ha prodotto un aumento dell'aggressività e la diminuzione della risposta agli stimoli. Trattando gli animali con un vecchio farmaco usato per la schizofrenia si è riusciti a contrastare la produzione della molecola sfavorevole e a diminuire l'aggressività.
Ovviamente questo non può ancora essere definito un farmaco "anti-solitudine", ma l'esperimento dimostra che conoscendo le basi neurologiche si possono contrastare gli effetti negativi dell'esclusione sociale.
Un rimedio anti-solitudine andrebbe inoltre ad agire sui sintomi, senza andare alla radice del problema, che avendo origini sociali, non può essere affrontato solo dal punto di vista clinico.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)