Il lavoro domestico in questo anno pandemico è cambiato, poiché, per la prima volta nel nostro Paese sono stati superati, dal 2012, un milione di rapporti in chiaro. Questi contratti regolari sono anche figli dell'emergenza, che ha spinto le famiglie a regolarizzare i collaboratori domestici durante il lockdown per permettere loro di circolare.
Un’altra spinta è derivata dalla sanatoria del decreto Rilancio in cui l’85% delle domande arrivate all’Inps riguardavano lavoratori domestici.
Terzo incentivo è stato il bonus babysitter con 1,3 milioni di domande presentate per 1,7 miliardi erogati. Nuove entrate quindi anche per il fisco e Inps, con 88,5 milioni di gettito della sanatoria e un impatto da 314 milioni tra Irpef e contributi previdenziali. Tutti introiti che potrebbero salire se il Governo accogliesse l'appello delle diverse associazioni, di rendere deducibile parte della spesa che le famiglie sostengono per assicurare assistenza ad anziani, disabili, non autosufficienti, bambini o per la cura della casa.
Ora le associazioni di categoria con Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo di equiparare i lavoratori domestici agli assistenti socio-sanitari per avere accesso prioritario al vaccino anti- Covid.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)