Durante il lockdown, il fotografo e regista spagnolo Hector Mediavilla ha regalato una macchina fotografica alla zia di 92 anni e l'ha invitata a ritrarre la sua vita quotidiana e a scrivere i suoi pensieri. Tutto il materiale ora vede la luce nel fotolibro "Mia zia Ana Mari".
Ana Mari aveva 92 anni quando fu imposto il primo confinamento domiciliare, e come tanti anziani viveva sola. Rinchiusa nel suo appartamento a Barcellona, per quasi 100 giorni il suo unico contatto diretto con il mondo esterno è stato suo nipote, Héctor Mediavilla, che la visitava per portarle cibo o medicine e gettare la spazzatura. Un giorno la trovò seduta accanto a un orologio da cucina rosa che aveva tolto dal muro e che ora teneva davanti alla sua poltrona sul divano. "Parliamo e contiamo insieme il passare dei giorni, delle ore, dei minuti... Mi dice che non si fermerà, che mi darà più tempo", ha spiegato, e così Mediavilla, le ha suggerito di condividere le sue esperienze fotografando la giornata e trascrivendo i suoi pensieri.
Nasce così Mia zia Ana Mari, un delizioso e insolito fotolibro in cui le annotazioni profonde e spontanee della protagonista (“io e l'orologio siamo in sintonia ma mi sembra che giri troppo e lo voglio più lento, che dura almeno qualche altro anno”) si intrecciano alle immagini degli oggetti domestici che lo accompagnano e alle vecchie fotografie di un album di famiglia ricco di gite al mare e gioie condivise con persone che non ci sono più. A poco a poco sono emerse le nuvole davanti alla finestra, la porta che dava sulla strada chiusa, lei stessa con una maschera davanti allo specchio, la strada così lontana dietro le tende.
L’intento di suo nipote non era pubblicare un libro di memorie, ma rafforzare il loro legame, rendendolo più intimo, condividendo il piacere di stare insieme. Ma è stato l'editore Alex Llovet a capire che valesse la pena condividere questo materiale. Ana Mari, con calligrafia chiara e idee precise, condivide il suo dolore per le recenti sconfitte (“Vorrei essere felice ma tutto punta contro di me”), le sue paure (“Vado alla porta ma non la tocco nemmeno, mi fa paura uscire”), momenti di angoscia (“in questi giorni sono a terra, non mi piace la tv, il telefono non funziona").
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)