Il governo centrale spagnolo non è a conoscenza del numero dei decessi nelle case di cura e deve fare riferimento alle singole comunità, ma ogni regione riferisce secondo il suo regolamenti. Alcuni come Madrid non danno questo tipo di informazioni, atri offrono solo dati globali dei centri sociali, che includono anche le persone affette da disabilità. Comunque, i dati più acclarati parlano di almeno 906 anziani infetti e 118 deceduti, ma si tratta di numeri sottostimati. Le residenze sono uno dei focolai principali di questa crisi. In considerazione di questa situazione, l'esecutivo ha deciso di aumentare il controllo dei centri.
L'obiettivo è che i pazienti possano essere trattati sul posto, evitando il loro trasferimento in un ospedale tranne in casi gravi. Il governo non ha fornito dettagli ieri su come fornirà loro mezzi, umani o materiali, in modo che possano raccogliere questa sfida, ma le fonti del settore hanno spiegato che l'idea è che, nei casi in cui la situazione epidemiologica lo permetta, possono essere applicate esclusivamente le misure minime ospedaliero, come la somministrazione di alcuni farmaci, sempre sotto la supervisione di un medico e dell'ospedale stesso, per evitare il collasso della salute. Le associazioni professionali e i sindacati hanno ricordato che il settore continua ad essere gravato da tagli e chiedono il rafforzamento del personale sanitario dei centri e che finalmente arrivino i dispositivi di protezione.
Un decreto governativo del 19 marzo ha stabilito misure di disinfezione e pulizia e ha introdotto la generalizzazione dei test e la supervisione sanitaria delle cure primarie nelle residenze, obbligando i centri a dare periodicamente "accurati e stretti" rapporti sulla loro situazione alla comunità autonoma di appartenenza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)