Sono i giovani e gli anziani le generazioni che condividono la maggiore attenzione sulle possibili conseguenze che il cambiamento climatico può avere sulla salute. Sono le donne quelle ad essere più preoccupate rispetto agli uomini e il primo riferimento per chiedere lumi su prevenzione e rimedi dei disturbi legati agli eventi atmosferici e stagionali anomali resta il medico di famiglia.
Sono i principali risultati di una ricerca promossa da Assosalute, l'associazione delle aziende che producono e commercializzano farmaci di automedicazione, realizzata su un campione – ponderato per quote di sesso, età, area geografica e ampiezza del centro di residenza – di 1.069 persone, rappresentative di 42,5 milioni di individui maggiorenni che accedono regolarmente a Internet.
Si tratta di un fenomeno di autocoscienza della propria salute in rapporto alle informazioni e agli eventi, ricordando però che non tutto quel che percepiamo deve essere automaticamente legato ai cambiamenti climatici. Dal punto di vista della consapevolezza, è emerso che il tema è attuale: quasi 8 italiani su 10 hanno sentito almeno parlare della relazione tra salute e cambiamento climatico.
Il dato cresce all’aumentare dell’età, con una prevalenza tra le donne rispetto agli uomini, e tra chi ha un titolo di studio più elevato. Quasi un italiano su 2 è convinto che il cambiamento climatico abbia già gravi conseguenze sulla salute di tutti, non solo di soggetti fragili e vulnerabili, mentre solo per il 6,9% del campione non c'è alcuna relazione tra salute e cambiamento climatico.
Al di là della conoscenza del fenomeno, i più preoccupati delle possibili conseguenze sulla salute risultano i giovani tra 18 e 24 anni (50,7%) e gli over65 (53,5%). I primi perché hanno una crescente preoccupazione rispetto all’evoluzione di questi fenomeni e a come impatteranno sul loro stato di salute in futuro. I secondi, invece, perché si percepiscono già più fragili e vulnerabili, anche agli effetti dei cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda i disturbi segnalati come riconducibili al cambiamento climatico, spicca la stanchezza diffusa, seguita da malesseri muscolo-scheletrici causati dagli sbalzi termici, sintomi influenzali fuori stagione e l’allergia prolungata. L’85% del campione intervistato ha sofferto di almeno un disturbo che può essere collegato agli eventi atmosferici stagionali. Per prevenire le conseguenze sulla salute, quasi un italiano su 2 (45,2%) si affida al medico di base, poi nell’ordine all’automedicazione (25%), ai rimedi naturali (21%) e al farmacista (20,9%).
In questo periodo, le persone chiedono come mitigare l’impatto del caldo atteso nelle prossime settimane, ben sapendo che è un evento sfavorevole per la salute. I rimedi sono l’adeguamento dell’alimentazione, stare in ambienti freschi, vestirsi in modo adeguato e introdurre un’adeguata quantità di liquidi. Persino dove recarsi in vacanza: gli anziani rinunciano più spesso ai luoghi più caldi e vanno in montagna, altre persone trovano più rilassante il mare. Il segreto è contenuto nella parola “adattamento”: l’organismo umano è soggetto ai cambiamenti dell’ambiente che lo circonda. Non si tratta di miglioramento o peggioramento, ma della capacità di reagire ai cambiamenti, adattandoci.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)