«La medicina è qualcosa di più delle conoscenze e delle tecniche che la sottendono: il medico è la persona che decide verso quale scopo orientare l'utilizzo delle proprie conoscenze e competenze tecniche, in base alle proprie convinzioni e alla propria etica. Più lo strumento che egli ha fra le mani è potente, più è grande la sua responsabilità. Invece che confonderlo, aiutiamolo a orientarsi.» Mai come oggi la vita dell'uomo è caratterizzata dalla presenza della medicina. La morte, la malattia, la vecchiaia, la fatica, la follia e la miseria sono i mali che la medicina, talvolta speranza, talvolta illusione, si è prefissata di curare, alleviare, ritardare. Duemila e cinquecento anni dopo Ippocrate e Galeno, una parte impensabile della sofferenza umana è stata spazzata via dagli incredibili successi della scienza biomedica, tanto che oggi non cerchiamo più il mito dell'immortalità nella buona condotta, negli idoli e nella superstizione, ma nelle prescrizioni, nelle provette e nei camici asettici di chi la professa. Eppure, oggigiorno l'insoddisfazione nei confronti della medicina serpeggia sia in chi la pratica, il medico, sia in chi la riceve, il paziente. Come mai accade questo? Scegliere se la medicina sia speranza o illusione dipende da cosa vogliamo fare di essa, e qui subentra la filosofia. Per la prima volta nella storia, a noi la scelta.
(Fonte: https://www.mondadoristore.it/Eppur-si-muore-Vivere-piu-Federico-Pennestri/eai978884256108/)