Il tema è di quelli difficili da affrontare, tra chi scaramanticamente non vorrebbe mai sapere e chi invece pretende di tenere tutta la sua vita sotto controllo, data di morte compresa. Stabilire quanto ci resta da vivere è, da tempo, una delle grandi sfide della ricerca. L'ultimo studio in materia è quello di un team americano dell'Università di Yale che, grazie a nove marker biologici presenti nel sangue, sostiene di riuscire a valutare la speranza di vita di una persona, identificando una serie di fattori di rischio nel suo stile di vita. "Viene misurata l'età da un punto di vista fisiologico", spiega al Guardian Morgan Levine, patologa dell'università di Yale e co-autrice dello studio. "Si può avere 65 anni ma averne 70 fisiologicamente, quindi con un rischio di mortalità di un 70enne". Una differenza che si può verificare anche in persone in buona salute che non hanno sintomi di nessuna malattia.
(Fonte: tratto dall'articolo)