Da uno studio giapponese con risonanza magnetica dei ricercatori dell’Università di Tsukuba, risulta che bastano 10 minuti di esercizio aerobico lieve per incrementare le connessioni neuronali a livello del giro dentato dell’ippocampo cerebrale, deputate a funzioni cognitive e mnemoniche che si perdono nel morbo di Alzheimer. La conferma quindi che l’attività fisica ha un effetto immediato sulla plasticità neuronale, come confermato da centinaia di studi pubblicati negli ultimi anni. Recenti studi indicano anche si possono avere effetti neuro protettivi agendo in modo farmacologico con il Glp-1 (Glucagone-like peptide-1), ormone intestinale che mantiene i tassi di glicemia costanti controllando il rilascio di insulina (che riduce la glicemia) e glucagone (che la alza) da parte del pancreas. Questo a riprova delle già note relazioni che esistono tra diabete e demenza, emersi nel 2012 dopo che i risultati del Rotterdam Study, avevano sancito la «comorbidità» fra diabete e demenza, almeno per i primi tre anni di malattia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)