Essere intelligenti potrebbe funzionare come un incentivo alla longevità. Lo studio (fonte) che ha correlato longevità e intelligenza è stato condotto dall’Università di Edimburgo (Regno Unito) ha preso in considerazione alcuni dati registrati nel 1932. Si trattava di un’indagine denominata Scottish Mental Survey: a tutti i bambini dell’età di 11 anni, nello stesso giorno, era stato somministrato un test per calcolare il quoziente intellettivo. Più di settant’anni dopo, i ricercatori hanno preso una città a campione, Aberdeen, e hanno ricontattato gli ex alunni allora sottoposti al test. Identificando chi di loro era ancora vivo, e in quali condizioni. Il risultato è balzato immediatamente agli occhi. Chi aveva ottenuto un punteggio più alto nel calcolo del Q.I. aveva molte più chance di essere vivo rispetto a chi aveva ottenuto un punteggio più basso. 15 punti di differenza rispetto al punteggio medio (che corrisponde a 100) significavano ben il 21% in più di possibilità di vivere oltre i 76 anni. Chi è più dotato intellettualmente, tende, di media, ad assumere comportamenti ottimali da vari punti di vista. Per esempio tende a mangiare meglio e in modo consapevole. Ad allacciare le cinture quando è alla guida. A non fumare o abusare di alcolici. A fare attività fisica. Insomma chi è particolarmente intelligente ha comportamenti mediamente sani e saggi.
(Fonte: tratto dall'articolo)