L'età biologica non è altro che l'accumulo di danni che è possibile misurare nell'organismo, derivanti dall'invecchiamento naturale, dall' ambiente e dai comportamenti. Poco più di 10 anni fa Steve Horvath, professore di genetica umana e biostatistica presso l'Università della California, a Los Angeles, ha proposto di utilizzare un "orologio" basato sull'epigenetica, la scienza che studia i cambiamenti molecolari del Dna che attivano e disattivano vari geni. Horvath ha analizzato questi cambiamenti in migliaia di persone e ha sviluppato un algoritmo per determinare come sono correlati all'età.
Questi cambiamenti avvengono naturalmente nel corso dell'invecchiamento, ma possono anche essere accelerati da comportamenti che influiscono sulla salute, come il fumo e il consumo eccessivo di alcol. Alcune aziende offrono un pannello di esami del sangue convenzionali, come il colesterolo o l'emoglobina glicata: poiché molti di questi numeri aumentano con l'avanzare dell'età, possono essere utilizzati come indicatore dell'età biologica di una persona.
Ad esempio, se un 45enne ha livelli di colesterolo più simili a quelli di un cinquantenne medio, i risultati del test potrebbero indicare che la sua età biologica è superiore ai 45 anni. Se i test dei marcatori del sangue tengano effettivamente conto dell'età biologica anziché della salute generale è ancora oggetto di dibattito. Sappiamo come abbassare i livelli di zucchero nel sangue attraverso, ad esempio, farmaci e cambiamenti nello stile di vita. Al contrario, l'età epigenetica è attualmente più una scatola nera, utile alla ricerca e poco alla vita quotidiana.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)