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Carrino Antonella

Evoluzione e caratteristiche delle case di riposo in Italia

16-04-2020

Le case di riposo sono una infrastruttura fondamentale del nostro sistema socio-sanitario. Rappresentano una delle poche soluzioni residenziali e di cura possibili per chi ha gravi disabilità e non può vivere in casa assistito da familiari o badanti.

Negli ultimi tempi sono  al centro dell’attenzione mediatica, delle forze dell’ordine e della magistratura per i numerosi contagi e decessi di anziani avvenuti al loro interno. Sul perché indagheranno le autorità competenti ma sul come si possono esaminare alcuni dati di evoluzione strutturale che il settore ha avuto negli ultimi decenni. Lavoro che serve soprattutto per capire come si dovranno ripensare e ri-organizzare dopo la pandemia.

Esistono  carenze strutturali che vengono da lontano e derivano dal riassetto che le case di riposo hanno subìto dagli anni ’90 in poi, quando si sono ridotte le risorse pubbliche destinate all’assistenza e sono cambiate le caratteristiche dell’utenza. 

Le tendenze evolutive del settore

Rsa e case di riposo sono realtà nate con una spiccata vocazione alberghiera e abitativa cui, negli anni, si è richiesta una sempre maggiore specializzazione sanitaria e di cura. Gli anziani sono diventati  sempre più anziani e hanno richiesto prestazioni sempre più specialistiche; così le“case di riposo”sono diventate sempre più strutture residenziali a forte intensità sanitaria.  Lo confermano gli ultimi dati disponibili che ci dicono che, in Italia le strutture residenziali “ospitano” quasi 300.000 anziani over 65, di cui gran parte sono ultraottantenni (il 75%), donne (il 75%) e non autosufficienti (il 78%). Quest’ultima categoria di ricoverati è cresciuta in particolar modo fra il 2009 e il 2016; periodo in cui, come dimostrano le fonti ufficiali, il numero dei ricoverati in case di riposo è diminuito del 5 % (- 15.000 persone ); interessando però questo calo soprattutto gli autosufficienti (13.000) a fronte di un aumento di ricoverati ad alta intensità sanitaria (+22.000 utenti). 

Nel frattempo si è ridotto notevolmente il peso del settore pubblico che ha perso, sempre fra il 2009 e il 2016, circa 25.000 posti letto a fronte di un aumento di circa 20.000 posti letto nelle strutture private (soprattutto in quelle gestite da cooperative e cooperative sociali). Tra le ragioni della privatizzazione, conta l’idea che il privato garantisca una maggiore efficienza gestionale, ma anche la possibilità di ridurre i costi adottando contratti di lavoro meno onerosi di quelli applicati negli enti pubblici. 

Consegue da tali dati, come stanno evidenziando esperti e studiosi che le tendenze evolutive del settore case di riposo possono essere riassunte in una spiccata sanitarizzazione, in una fragilizzazione progressiva dei ricoverati e in un processo di privatizzazione delle strutture che sta riducendo il peso del settore pubblico. 

Queste linee evolutive fanno emergere un diffuso problema di sostenibilità finanziaria. Le strutture residenziali sono infatti finanziate in parte dal Servizio Sanitario Nazionale e in parte dalle tariffe pagate dagli utenti. Qui è emersa, negli ultimi anni, una notevole conflittualità fra utenti (che fanno sempre più fatica a pagare le loro quote giornaliere), Usl che spesso chiamano in causa i comuni per le coperture di spesa degli indigenti e comuni che, a loro volta, si rifiutano di integrare le quote giornaliere per i ricoverati cercando di rivalersi sui familiari degli stessi. 

Come hanno reagito le case di riposo? 

Strette nella morsa tra costi crescenti e carente finanziamento pubblico, le strutture hanno ricorso ad altre strategie: l’aumento delle tariffe, il taglio del personale (soprattutto medico, in contro tendenza rispetto alla richiesta di servizi più specialistici), la rinuncia al rinnovamento degli edifici e delle attrezzature. 

Sono tutti segnali che da soli non spiegano cosa sta accadendo in questi giorni in tali strutture, ma che segnalano una notevole sofferenza gestionale che non può essere attribuita ai soli amministratori. Le case di riposo spesso, peraltro, hanno all’interno dei consigli di amministrazione rappresentanti politici e responsabili della sanità pubblica. Finita questa emergenza, bisognerà ripensare razionalmente a ciò che è successo, mettendo al centro soprattutto le esigenze dei ricoverati e creando una rete efficiente e integrata di assistenza socio-sanitaria.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa16-04-2020
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Residenza Sanitaria Assistenziale