Ferrara è stata scelta come città dove svolgere la sperimentazione del calcolo del rischio cardiovascolare e oncologico. Per la prima volta nel mondo si cercherà di raggiungere, attuando un progetto educativo - "Ferrara, città della prevenzione" che partirà a settembre - tutti i cittadini per una sensibilizzazione riguardo ai rischi del fumo, la scorretta alimentazione e i danni dell’alcol, la sedentarietà, il ruolo delle vaccinazioni. Attraverso la raccolta di informazioni personali (età, fumo, diabete, peso, sedentarietà, girovita), la misurazione della pressione arteriosa, della colesterolemia totale e della glicemia i cittadini potranno conoscere quale è il rischio di ammalarsi o di morire nei 10 anni seguenti di un evento coronarico (infarto del miocardio) o cerebrovascolare (ictus) o di tumore, e modificare di conseguenza stili di vita, abitudini alimentari, ecc. Per poter attuare l'iniziativa sarà attivato un team work tra il Comune, le istituzioni cittadine, le fondazioni, le varie facoltà dell’ateneo, le Asl e gruppi privati quali S2A (salute, sostenibilità, alimentazione, ambiente). La scelta di Ferrara non è casuale, la città infatti è sede universitaria ed è dotata del Centro di Ateneo per la Prevenzione della Salute Sociale, Medica ed Ambientale. Ha inoltre un'importante rete ciclabile, sfruttando la quale moltissimi cittadini (compresi gli anziani) si muovono in bicicletta, e verde urbano molto diffuso dove la popolazione può camminare o correre, attività fisiche notoriamente capisaldi della prevenzione cardiovascolare. Saranno coinvolti nel progetto anche gli anziani per i quali saranno tenute lezioni a hoc nei centri predisposti. Spiega il professor Francesco Romeo, presidente Sic (Società Italiana di Cardiologia), che promuove il progetto: “È ormai provato che modificare abitudini sbagliate anche nella terza età determina risultati positivi sullo stato di benessere".
(Fonte: tratto dall'articolo)