Alla 71esima edizione del Festival del cinema di Locarno (dal 1 all'11 agosto 2018) è stata presentata la pellicola statunitense dal titolo: "Diane" del regista Kent Jones. Bel ritratto di una donna anziana in cui si agitano bisogno di tranquillità e volontà di espiazione. Diane - interpretata con grande intensità emotiva e caratteriale da Mary Kay Place - è l'anziana protagonista di un film che sembra somigliare nell'incipit a tante altre "riflessioni geriatriche", invece si rivela ben più potente e acuto della media. Vedova con una fitta rete di amici e incombenze quotidiane, la vita di Diane è turbata solo dalle costanti ricadute del figlio nella spirale della droga e della tossicodipendenza. Scena dopo scena il regista Kent Jones sa spogliare la sua protagonista della sua facciata quotidiana e rassicurante, realizzando un ritratto umano assai vivido di una donna anziana e delle inquietudini che la agitano. Diane è un film ricchissimo, che in poco più di 90 minuti restituisce un ritratto completo di quanto possa essere straordinaria e sfaccettata una vita che dall'esterno appare quotidiana, casalinga, uguale a mille altre. Mentre il suo circolo di affetti viene decimato dall'età e dalla malattia, la sottile inquietudine di cui è preda Diane cresce, così come si fa più chiaro il motivo del suo costante bisogno di essere socialmente attiva e prodiga verso gli altri e soprattutto nei riguardi dell'ingrato figlio. Diane non è solo il ritratto della terza età, bensì l'analisi acuta di un'intera vita, in cui un'ombra giovanile e un unico errore pesano fino all'ultimo sul cuore della protagonista e ne plasmano la vita.
(Fonte: tratto dall'articolo)