Fragili e non solo per via dell’età. I pazienti con fibrillazione atriale sono complessi e delicati perché devono tenere a bada una malattia che fa aumentare di cinque volte il rischio di ictus e perché soffrono in media di altre 5 patologie croniche concomitanti che li costringono ad assumere in media 15 farmaci diversi ogni giorno.
Una fragilità che li rende anche più vulnerabili al Coronavirus come dimostrano anche gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità dai quali emerge che questa patologia è stata riscontrata nel 24% dei pazienti deceduti per Covid-19. A fare l’identikit di questi pazienti e delle loro criticità è il progetto “Osservatorio comorbidità nei grandi anziani con Fibrillazione Atriale”, realizzato dall’Health Web Observatory, centro specializzato nell’analisi del rapporto tra il mondo del web e l’universo della salute.
“Il 41% dei pazienti - spiega Ketty Vaccaro, presidente di Health Web Observatory - è arrivato alla diagnosi in seguito alle frequenti sensazioni di palpitazioni o di «cuore in gola», che lo hanno condotto a consultare il medico, mentre il 21% è stato invitato dal medico curante a fare un controllo perché a rischio. In media, il tempo intercorso tra il momento in cui si è avuto il sospetto di un’anomalia e la diagnosi è di 1 anno e 2 mesi”.
Chi segue questi pazienti? I cardiologi sono sicuramente il loro punto di riferimento. Infatti, la fibrillazione atriale è stata diagnosticata per il 64% proprio da questo specialista che è anche quello che segue nel tempo l’80% dei pazienti, ma sono coinvolti anche il medico di medicina generale che effettua la diagnosi nel 19% dei casi e poi per i controlli di follow up entra in gioco anche il geriatra. “Ma il vero regista del percorso assistenziale del paziente anziano comorbido - spiega Gerardo Medea, responsabile nazionale Ricerca Simg - è proprio il suo medico di medicina generale che lo segue da anni e con continuità potendo contare su un archivio di informazioni complete che gli consentono di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle che compongono il suo quadro clinico evitando possibili interazioni”.
(Fonte: tratto dall'articolo)