L’accordo che il governo italiano ha raggiunto con le farmacie intende individuare gli anziani ancora senza protezione, a partire da quei circa 5 milioni di obver 60 che non hanno ancora ricevuto la prima dose di vaccino. «L’idea che ci hanno sottoposto — spiega Alberto D’Ercole, direttore generale di Federfarma — è di intervenire su quelli che sono sfuggiti magari perché poco informatizzati, perché vivono soli, perché non sono in grado di spostarsi verso gli hub ». Il farmacista può chiedere a chi entra per acquistare un medicinale se è già vaccinato, o raccogliere una richiesta di aiuto di chi non è riuscito a fissare l’appuntamento. L’idea è di avere un canale di prenotazione riservato, come si fa ad esempio con le visite specialistiche, tramite il quale fissare gli appuntamenti. Il Johnson&Johnson sarebbe il vaccino più comodo da gestire in queste circostanze, per motivi di conservazione e perché prevede una sola dose. Anche se da poco in questo senso è stato ‘sdoganato’ anche Pfizer, che quindi potrà essere aggiunto alla lista dei vaccini più facilmente impiegabili. Sono 11.400 le farmacie che hanno dato la pre- adesione a somministrare i vaccini. I professionisti che hanno fatto il corso dell’Istituto superiore di sanità per vaccinare contro il coronavirus, invece, sono 20mila in base ai dati della Federazione degli ordini. Intanto ci sono Regioni che accelerano, come il Lazio, che dal 24 maggio permetterà di prenotare la somministrazione di Johnson&Johnson in farmacia.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)