Dal Rapporto 'Il cervello in ascolto - lo stretto intreccio tra udito e abilità cognitive', presentato ieri a Milano emerge che c’è un legame molto stretto tra l'udito e la mente. I dati della letteratura scientifica che analizzano il rapporto fra ipoacusia e demenza con specifico riguardo agli anziani, sembrano confermare questa tesi. Dall'analisi dei lavori condotti su questo fronte, la presenza di un calo dell'udito legato all'età è risultata incrementare di oltre 3 volte la probabilità di demenza. Dall'altro lato, in 3 pazienti con deficit cognitivo su 4 si registra anche un disturbo dell'udito. Un gruppo di esperti, valutando criticamente gli studi clinici e di laboratorio più recenti sul tema, ha sottolineato due "vere emergenze sociali" dei prossimi anni. Da un lato, 360 milioni di persone nel mondo convivono oggi con un calo dell'udito, dall'altro si contano 47 milioni con una forma di demenza. Numeri destinati a impennarsi nei prossimi 30 anni con il progressivo invecchiamento della popolazione specie se si considera che, dopo i 65 anni, una persona su 3 presenta una forma di ipoacusia.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)