Un progetto dei Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici dedicato alle persone con Alzheimer: “T-essere memoria. Filo e filò: racconti di trame e tessuti dal passato”, a Santa Croce del Bleggio. Il progetto, che si è svolto nel corso di quattro incontri fra maggio e luglio scorsi, era finalizzato a rendere accessibile alle persone con demenza e Alzheimer il patrimonio archeologico custodito e valorizzato al Museo delle Palafitte di Fiavé.
“Filo e filò: racconti di trame e tessuti dal passato” prende spunto dalla filiera dei tessuti (fusi, fusaiole, pesi da telaio, spade e pettini da tessitura, rocchetti, aghi da cucito e piccoli frammenti di corde) ben documentata nelle collezioni del museo, ma allo stesso tempo riprende l’antica attività del filò, momento di condivisione e di ritrovo per raccontare e ascoltare storie.
Nel corso dei laboratori, che prevedevano la manipolazione e l’osservazione di copie di reperti risalenti all’età del Bronzo, la tintura dei tessuti con colori naturali e la visita al museo di Fiavé, i partecipanti coinvolti, 12 residenti nella struttura e 24 bambini della scuola materna di Santa Croce, hanno interagito con naturalezza e creatività. Le attività hanno contribuito a facilitare la socializzazione, l’interazione fisica e la partecipazione, stimolando la creatività, l'espressività e la narrazione.
Nel momento dell'osservazione, del racconto e dell'esperienza pratica gli anziani sono sempre stati protagonisti attivi, hanno migliorato la propria attenzione e concentrazione e aumentato l’autostima. Attraverso il gioco, il dialogo e piccoli gesti condivisi, i bambini si sono avvicinati a questi nonni “speciali” senza pregiudizio, donando sorrisi e spensieratezza e dimostrando a tutta la comunità come l’incontro e la relazione possano diventare strumenti forti per combattere l’isolamento che affligge le famiglie che convivono con l’Alzheimer.
Novità del progetto è stato il coinvolgimento di un'azienda agricola del territorio e l’apertura alla partecipazione di malati che non vivono in struttura ma che vengono seguiti dalle infermiere del territorio. Un piccolo ma importante contributo per dare sollievo ai familiari e per far loro conoscere i percorsi che il museo offre alle famiglie colpite dall’Alzheimer. Il progetto ha coinvolto circa 90 residenti dei nuclei Alzheimer di nove APSP del Trentino che hanno preso parte ad incontri, laboratori pratici e a visite al museo. Nel corso di queste attività i partecipanti hanno potuto applicare competenze e abilità con risultati inaspettati.
(Fonte: tratto dall'articolo)