Sono molto pochi i testamenti biologici (Dat) per ora depositati nelle varie città italiane. Questo a causa della fretta con cui è stata licenziata la legge 219/2017, mandata in aula senza concludere il lavoro in Commissione Sanità del Senato, dove invece stavano emergendo le sue numerose problematiche. Il nuovo Ministro della Salute ha sollecitato la creazione di una banca dati nazionale delle Dat. Una delle norme più controverse è quella che prevede che le disposizioni anticipate di trattamento possano essere validamente redatte solo dopo «avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze» delle «scelte», disponendo però in contemporanea che chiunque possa consegnare le proprie Dat al Comune di residenza. Quindi il Comune, che diventa custode e garante del documento, non ha sufficienti informazioni per sapere se la persona è correttamente informata. Per questo i vari Comuni reagiscono diversamente: chi le accetta senza problemi, chi non le riceve, chi lo fa ma solo in presenza di un fiduciario che "libera" gli uffici da responsabilità di ogni sorta. Questo perché è la legge stessa a non essere chiara.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)