Il Papa interviene sul complesso tema del “fine vita” nel suo messaggio al meeting regionale europeo della World Medical Association, in corso in Vaticano e promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita. Citando la Dichiarazione sull’eutanasia del 5 maggio 1980, il Santo Padre ricorda quanto sia “moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che viene oggi definito“proporzionalità delle cure”. La medicina ha sviluppato una sempre maggiore capacità terapeutica, che ha permesso di sconfiggere molte malattie, di migliorare la salute e prolungare il tempo della vita ma Papa Francesco puntualizza la necessità di “un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”. E Bergoglio insiste sul fatto che bisogna porsi di fronte ad una scelta che “assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di non poterlo più contrastare".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)