Il 14 dicembre 2017, con la legge n. 219, è stata approvata la normativa italiana sul fine vita. Colma un vuoto legislativo in precendenza coperto, a livello europeo, dalla convenzione di Oviedo e, in Italia, dalla Costituzione e dalla giurisprudenza sui casi Welby e Englaro. Alcuni aspetti della normativa varata, che è sintesi di diverse impostazioni culturali, lasciano intenzionalmente aperte alcune zone d'ombra come il rischio dell'obiezione di coscienza dei medici. Seguendo l'impostazione di J. Lowi, si potrebbe definire una legge di "tipo regolativo" che, fissando principi universalistici, lascia la soluzione dei problemi ai beneficiari della regolamentazione o a chi deve applicarla. E'adesso che il legislatore deve agire per rispettare il principio che " se non esiste un diritto a morire" esiste un diritto a "morire con dignità" (Enzo Bianchi 2017).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)