Il presidente della Comunità di Capodarco commenta la vicenda di Vincent Lambert. "L’impegno di ogni società evoluta è la tutela della vita: sempre e comunque".
La tesi che sostiene è che la morte ha una sua dignità e non va procurata, né a se stessi e tanto meno da persone terze, anche se vicine e affettuose. Con due sole eccezioni: il dolore e la solitudine insopportabili.
In quarantacinque anni di accoglienza di persone con gravissime patologie (sla, atassie, distrofie, malattie neurologiche degenerative …) nessuno ha mai chiesto di staccare la spina. Solo Mariuccia lo aveva chiesto diversi anni fa. Affetta da artrite reumatoide deformante, alla scoperta di un cancro, dopo aver combattuto per sconfiggerlo, chiese di essere lasciata andare.
D'altronde quale autorità esterna (sia esso giudice, medico, Stato o parente) può dire sì alla morte? Si approfittano del potere che hanno, interpretando le intenzioni di chi non può esprimere la propria opinione. Si tratta di una sfida per la sopravvivenza che coinvolge soprattutto i più deboli e l’impegno di ogni società evoluta è la tutela della vita: sempre e comunque. Basti pensare a tutti quei padri e quelle madri che hanno accettato figli con gravi disabilità e trascorrono la loro vita chiedendo sicurezza, quando loro non ci saranno più. Inoltre, esistono servizi sanitari e sociali, con altissimi carichi assistenziali, per tutelare le briciole di vita residue.
La vita si è allungata ma il progresso ha prodotto nuove ferite prima inesistenti (si pensi agli incidenti stradali). Non è possibile fare eccezioni: né per patologie, né per età. E’ da combattere il nichilismo imperante che concentra nell’opinione personale l’ultimo giudizio su ogni questione, anche importante e per di più inappellabile. Purtroppo si moltiplicano gli esempi, come quello di Lambert, che rendono diritto ogni opinione.
Sono questioni non necessariamente collegate a dimensioni religiose, al contrario bisognerebbe parlare semplicemente di salvaguardia del creato. La tutela della vivibilità vale per tutti gli esseri viventi che, ad oggi, non sono in grado di "spiegare" o "comprendere" secondo categorie puramente umane o scientifiche il confine fra la vita e la morte.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)