In Francia il direttore di un Istituto per anziani non autosufficienti di Abilly ha scelto, nel 2014, di aprire la sua casa alle telecamere di Thomas Guillot e Marine Guyon, due giovani registi francesi. Per dieci giorni le loro telecamere hanno ripreso la vita all'interno della struttura. Il risultato è un bel film in bianco e nero di un’ora e venti minuti, molto curato, che rivela la vita quotidiana dei residenti e dei professionisti che vi operano. Così lo spettatore scopre la vita che scorre lungo le 24 ore scandita dagli appuntamenti della giornata: la prima colazione, le varie attività, i pasti, la cura personale, la lavanderia, il parrucchiere, la notte passata vagando nei corridoi, ma anche un ballo in costume!
Si susseguono vicende professionali ma anche familiari, le aspettative e le esigenze di cambiamento come quella di avere un computer nella propria stanza. Perché come recita il titolo del film, la vita è vita fino alla fine, compresa quella che si vive in una casa di riposo, che è, innanzitutto, un luogo di vita.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)