Dal 7 al 9 novembre si svolge ad Alba la quarta edizione del convegno scientifico internazionale Invecchiamento di successo 2019: Body and Mind Connection, organizzato dalla Fondazione Ferrero in collaborazione con l’Accademia di Medicina di Torino e con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’evento si articola in quattro sessioni scientifiche dedicate alla cronicità (aspetti clinici e sociali); al microbiota intestinale e salute; alla memoria e al deterioramento cognitivo e alla tecnologia al servizio dell’ageing.
Invecchiare è inevitabile, ma esistono diversi modi in cui può avvenire, non solo con riguardo agli aspetti medici, ma anche a quelli sociali. L’obiettivo dell’iniziativa riassume 30 anni di attività della Fondazione in cui dalle ricerche è emerso che gli anziani si coinvolgono nelle attività organizzate vivono più a lungo.
Tra i relatori del convegno anche Luigi Ferrucci, direttore scientifico del National Institute on Aging di Baltimora, negli Stati Uniti. A lui è stata chiesta una definizione di invecchiamento. “L’invecchiamento – ha risposto – è l’equilibrio tra accumulo del danno e capacità di riparazione; a mano a mano che il danno si accumula la nostra capacità di riparazione si riduce. La medicina ufficiale ci ha abituato a misurare solamente il danno, oggi dobbiamo cominciare a misurare la capacità di riparare questo danno”.
Spesso, quella che Ferrucci chiama “riparazione” passa attraverso semplici cambi di abitudine e di mentalità, che consentono di avvicinarsi al concetto di “active aging”. La differenza abissale, per il professor Ferrucci è tra l’essere sedentari e camminare dieci minuti al giorno. Dagli studi emerge che la mortalità tra i sedentari raddoppia. Essere attivi e aumentare un pochino quello che si sta facendo oggi avrà effetti sorprendenti.
Effetti che derivano anche dal modo in cui l’anziano pensa a sé e alla propria vita, al di là del semplice dato anagrafico. Lo riassume bene la dott.ssa Laura Fratiglioni, direttore del Aging Research Center dell’istituto Karolinska di Stoccolma: “Io dico sempre che basta semplicemente cercare di trovare, anche nell’ultima fase della vita, la motivazione a dare il meglio di sé rispetto a se stessi, ai propri interessi, ai propri familiari e alla società. Per avere ancora un engagement nella vita”.