Costano tanto e rendono poco. Sono le linee garantite dei fondi pensione complementari italiani. Uno speciale comparto di investimento della previdenza integrativa che forse andrebbe profondamente ristrutturato.
A confermare i costi eccessivi è la stessa Covip, l’authority di vigilanza dei fondi pensione, che sottolinea il fenomeno nei suoi documenti ufficiali. Nonostante le deboli performance, i comparti garantiti della previdenza complementare italiana sono ancora tra i più richiesti dai lavoratori italiani con il 38% degli iscritti, secondi soltanto ai comparti bilanciati (39,7%). Mentre è ben più esiguo il peso delle linee azionarie: 9,2 per cento.
Da segnalare che, nelle linee garantite, finiscono in modo automatico i cosiddetti silenti ovvero coloro che non hanno esplicitamente indicato dove destinare il proprio TFR. Come ovvio, a monte di molte di queste scelte c’è spesso la scarsa educazione finanziaria degli italiani e il disinteresse fra i più giovani per i temi previdenziali. Da qui la necessità di campagne informative per spingere, soprattutto i giovani lavoratori, a spostarsi su linee diverse da quelle garantite. Ci sono poi alternative di sistema che alcuni Paesi come Brasile e Cile stanno studiando: titoli di Stato ad hoc per il settore previdenziale.
(Fonte: tratto dall'articolo)