L’abitudine di prescrivere supplementazioni di minerale va ripensata per due nuovi studi neozelandesi pubblicati sul British Medical Journal. Nel primo i ricercatori dell’Universitàdi Auckland hanno analizzato 26 studi giungendo alla conclusione che dare supplementi di calcio non riduce in modo significativo il rischio di “rompersi”, diminuisce infatti in modo significativo (14%) solo il rischio di fratture vertebrali. Però, secondo gli autori, l’assunzione di calcio può dare effetti collaterali: eventi cardiovascolari, calcoli renali esintomi gastrointestinali, tanto che l’editoriale che accompagna gli articoli sottolinea come “il peso delle evidenze contro questo trattamento di massa degli anziani ora è abbastanza grande da farci riconsiderare le raccomandazioni”. Sull’assunzione di calcio tramite alimenti, il secondo studio ha mostrato che mangiare alimenti ricchi di calcio aumenta la densità minerale ossea dello 0,6 -1%, mentre con il calcio degli integratori aumenta dello 0,7-1,8%, sempre però in maniera insufficiente a prevenire le fratture.
In Italia le linee guida per trattare e prevenire questa patologia prevedono 1000-1200 mg giornalieri di calcio da assumere attraverso gli alimenti. L’assunzione di calcio negli italiani è scarsa, l'80% ne assume la metà di quanto raccomandato. E questo perchè la dieta mediterranea, senza considerare il latte e i suoi derivati, fornisce all’organismo circa 200 mg di calcio al giorno
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)