A quattro anni dalla scomparsa del grande editore Livio Garzanti, esplicitata in sede testamentaria un richiamo alla solidarietà, del fatto che degli altri, di tutti gli altri, ci dobbiamo occupare e preoccupare quando sono schiacciati dalle avversità. Ha infatti lasciato 90 milioni per creare una Fondazione, che porta il suo nome e quello della madre, per chi si occupa di disagio sociale. Questi 90 milioni fanno parte di un trust istituito nel 2006, chiamato «Societas societatum», che era un modo discreto e disinteressato di aiutare chi si prende cura delle sofferenze. Vidas, Emergency, gruppo Abele, Naga. Livio Garzanti ha lasciato precise disposizioni sull’attività delle erogazioni, e: ottanta dei novanta milioni del fondo saranno destinati agli anziani soli milanesi per donar loro forme e strumenti di ascolto, presenza e intervento. Garzanti ha voluto lasciare come obiettivo della Fondazione l’aiuto per la vecchiaia fragile, perché per lui l’etichetta di anziano improduttivo era sbagliata: ed ha quindi immaginato di crearne un’altra, di «anziano vitale», attraverso una rete di assistenza che comprende lo scambio di relazioni, la cultura e la conoscenza come antidoti al decadimento. Le linee guida della Fondazione saranno formative, culturali, antropologiche, scientifiche, socio-economiche e assistenziali, combinate per una convergenza nuova sulla questione longevità.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)