In questi giorni impazza FaceApp che, grazie ad algoritmi, ci proietta nel futuro con rughe e corpo cadente, facendo diventare virale l’hashtag #FaceAppChallenge, una sfida globale a vedersi invecchiati. E’ da tempo che le marche però cercano di intercettare una terza e quarta età in salute, lucida e attiva. È infatti il boom della silver economy, grazie ai nuovi “perennials”: attivi, in salute, produttivi. Sono dei giovani-vecchi, così ne scrive il Financial Times e si moltiplicano i prodotti e servizi per la silver generation. La loro capacità di spesa raggiungerà nei prossimi tre anni 15 milioni di trilioni di dollari e il consumo aumenterà del 58% entro il 2032, contro il 13% dei millennial, secondo il Longevity Economy dell’Università di Oxford. Sono persone che hanno scelto, in modo consapevole, di vivere più a lungo, in salute e attivamente. Vogliono esserci e contare socialmente, economicamente e tecnologicamente e cercano prodotti e servizi per soddisfare i loro obiettivi. Inoltre sono si influenzati dai trend, ma non restano colpiti dalla pubblicità che invoca le prestazioni di status sociale, e sono, rispetto ai più giovani, più pratici nelle decisioni di acquisto. Preferiscono presentazioni con ribaltamenti degli stereotipi, narrazioni positive, dove si cicerca una sorridente normalità, dove l’età diventa sfumata. Una timida rivoluzione che prova a smontare una costruzione stereotipica e offrire prodotti e servizi a chi si sente piuttosto che a chi sembra. Sono tante anche le aziende che cercano soluzioni mirate per far lavorare al meglio i Perennials: BMW ha lanciato una linea di produzione per lavoratori over 60, Goldman Sachs ha un programma che le consente di avere accesso a un bacino di lavoratori senior. Anche i problemi di relazione con la tecnologia, sono ormai superati, e nell’ultimo anno gli americani over 65 hanno speso più su dispositivi Apple di qualsiasi altro gruppo demografico negli Stati Uniti, oltretutto online.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)