A Genova l’associazione Cream Cafe, con oltre mille soci, accoglie persone con malattie legate alla senescenza e i loro familiari, ma anche tutti coloro che malati non sono e nei vari laboratori allenano il cervello. Cream Cafè, associazione di volontariato genovese, accoglie persone con quei problemi di salute e i loro famigliari ma anche tutti coloro che malati non sono,"ma che si sentono comunque partecipi di un sentimento comunitario". Che è il veicolo di questa associazione. Cream Cafe nasce nel 2013 dall'idea di contrapporre agli effetti devastanti delle malattie neurodegenerative o alle semplici conseguenze della senescenza, una sorta di sfida culturale e scientifica al tempo stesso. Una serie importante di studi aveva dimostrato che la comparsa dei sintomi dell’Alzheimer venivano rallentati in modo significativo nelle persone che mantenevano in esercizio la propria mente. In particolare parevano molto efficaci lo studio delle lingue, le attività cognitive legate al calcolo o al problem solving, la musica, l’esercizio linguistico. Di più, la socializzazione, lo scambio e il confronto tra persone sembravano allontanare i maggiori esiti della depressione e dell’isolamento. Dopo 5 anni dalla apertura, tantissimi laboratori si sono ormai stabilizzati: quelli artistici operativi o di metariflessione, legati al movimento dal Qi Gong alla psicomotricità al Feldenkrais, il teatro, inglese e spagnolo, i giochi matematici, gli scacchi, l’utilizzo dello smartphone, la scrittura autobiografica, il coro, per finire con il burraco. Circa 1100 presenze al mese nei diversi laboratori. Senza tralasciare, naturalmente, momenti di riflessione e sostegno per la vita faticosa dei familiari dei pazienti colpiti da malattie degenerative. Dice Guido Rodríguez, ex direttore della Neurofisiologia Clinica a San Martino, a cui si deve la nascita dell'iniziativa "La spinta al volontariato solitamente si affloscia con il passare del tempo, da noi è fin qui successo l'opposto, forse anche per il contesto culturalmente avanzato in cui si affronta la terza età, la malattia, e anche la morte. Ma questo non è un centro di diurno, è un luogo gioioso, dove si fa teatro o si leggono i giornali in spagnolo, si parla di cibo o di poesia, per coinvolgere la mente. Non necessariamente per un apprendimento fine a se stesso. Una ginnastica per il cervello, ma una ginnastica con sforzo, altrimenti il cervello non lavora..."
(Fonte: tratto dall'articolo)