Poter restare in contatto telefonico con i propri cari aiuta, e molto, gli anziani ricoverati in ospedale per Covid.
Lo dimostrano i dati di uno studio presentato in occasione del 65mo Congresso nazionale della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) e condotto su 60 anziani ricoverati con Covid-19, dal 29 marzo al 29 aprile, presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria Sant'Andrea di Roma.
Dall'analisi è emerso anche che il 22% degli anziani presi in esame non ha un telefono e la probabilità di restare 'isolati' in seguito ad un ricovero dovuto al Covid cresce con l'aumentare dell'età. La ricerca mostra pure un divario di genere: le donne anziane possiedono un cellulare nel 10% dei casi in meno rispetto ai coetanei uomini. Il 16% di entrambi i sessi poi non riesce a utilizzare il telefono senza un aiuto, ma poter avere contatti con l'esterno ha "ripercussioni positive sul decorso della malattia che - dicono i ricercatori - andrebbero approfonditi".
Gli esperti propongono perciò di mettere a disposizione dei degenti un tablet per connettersi ai parenti, aiutando chi non ce la fa da solo.
"Il rischio di mortalità degli anziani è influenzato dalla solitudine e dall'isolamento, associati a una riduzione della durata della vita simile a quella provocata dal fumare 15 sigarette al giorno e superiore a quella associata all'obesità. Questo rischio è ancora maggiore nei pazienti anziani con COVID-19 ricoverati, perché ai parenti è proibito andare a trovarli in ospedale", osserva Raffaele Antonelli Incalzi, presidente Sigg. E aggiunge: "Vietare le visite ha frenato la diffusione dell'infezione ma l'isolamento ha avuto effetti molto negativi sullo stato di salute fisico e mentale degli anziani. Oltre all'aumento dei tassi di depressione e alla riduzione della qualità di vita, si assiste anche a un incremento della produzione di molecole proinfiammatore e all'abbassamento delle difese immunitarie antivirali. Questi meccanismi biologici innescati dalla solitudine aumentano inevitabilmente la mortalità".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)