In un mondo dove ci sono novantenni fragili e disabili e novantenni in grado di correre la maratona, pensare alla soglia dei 65 anni, per definire gli anziani è ormai una classificazione superata. Considerare la sola età anagrafica non permette di fare valutazioni. La geriatria sta lavorando per creare degli strumenti, scientificamente provati, che grazie alla misurazione delle varie “dimensioni” portino a definire la persona anziana: biologica, cognitiva, motoria, socio-economica, oltre che clinica. Da questo dipenderà la possibilità di proporre alle persone ed alle istituzioni modelli di assistenza, che possano garantire l’invecchiamento attivo e in salute. Nel corso del 31° Congresso Nazionale della Sigot - Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio - che si tiene a Genova, verranno presentati i risultati del progetto MPI_AGE promosso dalla Società Europea di Geriatria (EUGMS). L’MPI (Multidimensional Prognostic Index) è un indice numerico che permette di misurare in maniera oggettiva quanto una persona è fragile o quanto è a rischio di diventarlo. Consentirà quindi di elaborare piani di azione personalizzati sia in fase di prevenzione che di terapia. Secondo gli esperti le cause più frequenti di fragilità della persona anziana sono: combinazioni di più malattie croniche, abuso di farmaci, disabilità funzionale, deficit cognitivi, malnutrizione, ridotta o assente autonomia nel movimento e isolamento sociale.
(Fonte: tratto dall'articolo)