Il Giappone è uno di quei paesi dove l’età media della popolazione è molto alta e dove ci si aspetta che a causa dell’invecchiamento degli abitanti e del basso tasso di natalità il numero di abitanti sia destinato a ridursi drasticamente. I giapponesi che hanno più di 65 anni sono all’incirca il 26% della popolazione complessiva e si stima che nel 2060 gli over 65 saranno addirittura il 40% (circa 37 milioni di persone). Una delle conseguenze è che nello stesso periodo il paese del sol levante passerà dagli attuali 127 milioni di abitanti a circa 90 milioni. Ma la conseguenza più eclatante, spiega il Financial Times, è che gli anziani risultano essere la fascia di popolazione che commette più crimini.
Si tratta di un fenomeno non nuovo, in crescita da almeno un decennio, la cui causa è senza dubbio l’aumento del costo della vita al quale gli anziani giapponesi non riescono a fare fronte unicamente con la propria pensione. Ecco quindi che farsi arrestare e finire in prigione, mantenuti a spese dello stato, sembra a molti una soluzione ideale per uscire da una situazione di povertà o di quasi povertà. Questo naturalmente si traduce in un maggior esborso per l’apparato statale che deve prevedere l’istituzione di centri di detenzione “per anziani” con un’adeguata assistenza sanitaria. È comprensibile quindi che per molti anziani questa possibilità (vitto e alloggio gratis e accesso a cure gratuite) sia vista in modo favorevole, soprattutto se l’alternativa è tentare di tirare avanti da soli con pochissime risorse economiche.
Il taccheggio poi è considerato un reato minore che non comporta pene particolarmente severe però dal 2002 ad oggi è aumentato di quarantotto volte il numero di persone che sono state condannate più di sei volte per il furto di beni in un supermercato.
(Fonte: tratto dall'articolo)