Il tasso di crescita della popolazione anziana nelle carceri giapponesi è lievitato, negli ultimi anni, a un ritmo doppio di quello della popolazione generale.Se negli Anni 70 la percentuale degli anziani con le divise "a strisce" era al 2,5%, sfiora oggi il 120% (uno su quattro nella prefettura di Tokushima). I crimini più diffusi sono i piccoli furti, il conto al ristorante non saldato, il viaggio a scrocco sul treno. Il tasso di recidiva tra gli anziani arriva al 70%. Spesso la demenza senile è una doppia causa di carcerazione per i più vecchi che, per disperazione, arrivano ad uccidere il partner di una vita malato di Alzheimer. Le pene vanno da 6 a 4 anni ma i detenuti anziani non si preoccupano della durata della pena, quanto piuttosto del ritorno a casa, delle bollette da pagare, delle spese mediche improcrastinabili e della solitudine (muoiono di kodokushi, 30.000 anziani l'anno). I secondini giapponesi sono impegnati soprattutto ad aprire le bustine sigillate di condimento del cibo, operazione che gli anziani ospiti delle prigioni fanno fatica ad eseguire. Inoltre, quando un ordine viene impartito, molti tra i "senior" o lo dimenticano o fanno qualcosa di non congruente con quanto richiesto. Gli ospiti in età avanzata che non riescono a tenere il passo con la camerata vengono inseriti in una specie di detenzione separata ( yougokoujo) dove gli inquilini passano il giorno a comporre origami e omamori o a rodare sedie e tavolini. Queste “attività produttive” servono a “giustificare” la spesa pubblica sopportata dalla collettività per il loro mantenimento in carcere. Gli oggetti costruiti dagli anziani vengono rivenduti in precisi giorni dell'anno in varie città e anche in Rete: ci sono 2200 aziende che si avvalgono di questi "artigiani al gabbio".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)