Carta (questo volume), matita, gomma da cancellare, come optional un righello, e... buon divertimento. Questo volume invece ha lo scopo di stimolare le varie funzioni cerebrali (memoria, linguaggio, calcolo, ragionamento/astrazione) attraverso un manuale di esercizi proposti perlopiù in forma di giochi, ed è rivolto a persone anziane con problemi di memoria. Da alcuni decenni è noto che interventi di stimolazione cognitiva nell'anziano normale sono in grado di produrre effetti positivi anche a lungo nel tempo dopo l'intervento specifico. Più recente è invece l'evidenza che anche nelle persone affette da malattia di Alzheimer, per antonomasia il "nemico" delle nostre memorie, interventi di riabilitazione cognitiva hanno un ruolo terapeutico benefico.
A chi si rivolge - Direttamente alle persone con disturbi della memoria e altri deficit cognitivi sia iniziali che moderati.
Come nasce - Dall'attività professionale dell'autrice ma soprattutto dalla sua esperienza personale.
Come è stato costruito - Gli esercizi sono differenziati. Si inizia con esercizi di base adatti a tutti e si prosegue con esercizi più personalizzati che tengono conto della fascia d'età e della scolarità.
Come è strutturato - I vari esercizi attivano prevalentemente alcune specifiche zone del cervello. Sono stati appositamente mescolati per stimolare complessivamente tutte le funzioni ed anche per non scoraggiare le persone che hanno difficoltà in alcune aree specifiche.
Come usarlo - Il testo può essere utilizzato in autonomia o con l'aiuto di un famigliare o di un caregiver. Si colloca nell'ambito della riabilitazione cognitiva, ma al di fuori dei classici schemi didattici e può essere utilizzato a casa.
Il manuale non è stato creato per gli operatori, ma essi ne possono trarre utili spunti di lavoro. Il testo risponde alla frequente domanda posta dai familiari (per lo più i figli) "Cosa posso fare"" e vuole essere uno strumento per facilitare la comunicazione e facilitare il controllo di alcuni disturbi del comportamento quali ad esempio aggressività, depressione, wandering.
Vuole inoltre dare al familiare la consapevolezza di come il proprio congiunto affetto da Alzheimer sia ancora in grado di fare qualcosa e di divertirsi: magari ridendo mentre ricorda vecchi proverbi o mettendosi a cantare le canzoni dei suoi tempi riportate negli esercizi. (Fonte: www.maggiolieditore.it)