Le ultime postille avvelenate di un vecchio arrivato alla fine dei suoi giorni destinate ai figli, agli amici, a sua moglie. Solo con il suo rancore e il suo orgoglio ferito, abbandonato da tutti, chiuso, immobile nel suo letto, grazie ad una consunta rubrica, cerca invano un contatto con l'altro. Nomi, indirizzi, numeri di telefono simboli di un mondo che non esiste più. Il rimpianto di aver lasciato Fes per Tangeri, i sentimenti mai espressi per paura di rovinarli, di renderli normali. Tahar Ben Jelloun consegna ai lettori il ritratto autobiografico di un padre autoritario, prevaricatore, che ha voluto non solo condizionare, ma plasmare il modo di vivere dei suoi famigliari sulla base del propria concezione esistenziale. L'elegìa della solitudine, la storia di un uomo esacerbato dalla vita trascorsa. "La storia di un uomo ingannato dal vento, dimenticato dal tempo e schernito dalla morte". (Fonte: www.ibs.it)