Secondo l'Istat (dati del 2011) sono 169 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni (pari al 2,8% della popolazione di questa fascia d’età) che si prendono cura di adulti o anziani fragili. Di loro, però, si parla poco. "È un mondo segreto e durissimo. Caregiver teenager sacrificati alla famiglia, perché i soldi in casa sono troppo pochi per pagare un badante - scrivono due giornaliste autrici di una ricerca sul tema - anche perché, quando un padre o una madre non sono più in grado di lavorare, non c’è altro da fare: devono pensarci loro. Sacrificando lo studio, il tempo libero, loro stessi". Quasi un terzo dei giovani in Italia fra i 18 e i 29 anni non lavorano, non studiano, non ricevono formazione. Sono i cosiddetti Neet (not in education, not employment, or training) e il dato è noto. Meno conosciuto, è il rapporto molto stretto fra Neet e giovani caregiver.
"Secondo il report pubblicato dal programma Garanzia Giovani le responsabilità collegate alla cura familiare sono il primo motivo di inattività dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni - afferma - . Quando si parla di caregiving familiare si sottovaluta l’impatto che può avere sulle opportunità di accesso alla formazione superiore o al lavoro, per i ragazzi".
A Carpi è stata realizzata un'indagine su un campione di 200 ragazzi, dai quali è emerso che il 20% è coinvolto nella cura di un parente malato. I caregiver adolescenti rischiano di soffrire di depressione o ansia. Gli impatti possono inoltre riguardare il rendimento scolastico, fino all’abbandono precoce.
(Fonte: tratto dall'articolo)