Il 16 e 17 novembre scorso si è svolto a Firenze il III Forum di etica civile, promosso da Azione Cattolica giovani, e numerose onlus e associazioni che hanno come obiettivo comune mettere le “buone pratiche” al centro dei programmi della politica locale e nazionale.
Quest’anno il dibattito si è incentrato sul tema del patto tra generazioni, sulla possibilità di costruire un futuro migliore promuovendo il dialogo tra le due parti. Partiamo dal presupposto che il rapporto tra le generazioni è una sfida centrale per la vita assieme; è un passaggio imprescindibile per un’etica civile. La politica deve trovare il mezzo per far dialogare le diverse età, in una realtà sociale, come quella italiana, lacerata da un “gap generazionale”, che a molti giovani impedisce di costruire esistenze sostenibili, creando così confusione, insicurezze conflitti.
Dall’altra parte c’è una generazione di anziani che ricevono briciole dallo Stato in termini di assistenza, servizi sociali e sanitari. Gli anziani in Italia sono, nel contesto europeo, i più tartassati dal fisco. Da qui bisognerebbe partire per parlare vera di giustizia sociale. Nel nostro Paese ci sono 3 milioni di persone non autosufficienti, la maggior parte delle quali sono anziani. È una emergenza nazionale di cui nessuno parla. Un peso insostenibile per milioni di famiglie che se ne fanno carico da sole e che rischiano per questo di finire in povertà.
Finora la risposta delle istituzioni è stata inadeguata, frammentata nelle risorse, negli interventi e nelle responsabilità tra enti diversi. Occorre una legge nazionale sulla non autosufficienza, con risorse adeguate, criteri uniformi per la valutazione dei bisogni, l’integrazione tra politiche sociali e sanitarie.
Gli anziani di oggi e di domani devono essere considerati una risorsa e non un peso. È inaccettabile che siano considerati un "bancomat" da spremere. Per non parlare del livello scadente dei trasporti, delle liste d’attesa infinite negli ospedali, dei ticket odiosi. I livelli di assistenza sanitaria dovrebbero essere garantiti in tutto il Paese, investendo nella medicina del territorio, nelle cure intermedie, nella domiciliarità.
Il senso profondo delle istituzioni – sociali, politiche, religiose – è proprio quello di promuovere relazioni giuste e fraterne. Tra l’io dell’individuo e il noi dell’istituzione c’è il tu della società, delle relazioni di fraternità. I pensionati sono persone che hanno dato tanto al nostro Paese in termini di lavoro, professionalità, innovazione, cultura, ma anche di sacrifici e di assistenza per i figli e i nipoti di tutti. Le nuove generazioni non devono mai dimenticarlo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)