Il termine medico glaucoma comprende un gruppo eterogeneo di malattie oculari, che hanno in comune l’insorgenza di un danno progressivo ed irreversibile a carico del nervo ottico, la struttura che connette l’occhio al cervello.
“Gli occhi affetti da glaucoma” – spiega Stefano Gandolfi, Direttore della Clinica oculistica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma– “presentano delle alterazioni specifiche, accompagnate da deficit nel campo visivo, che possono evolvere fino ad una lenta, graduale ed irreversibile menomazione. Il glaucoma è la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta. Ma, a differenza di quest’ultima, la perdita visiva associata al glaucoma è irreversibile.”
Sono sessanta milioni nel mondo le persone affette da questa patologia e si stima che nel 2040 possano arrivare a 110 milioni. In Italia ne soffrono 800mila, di cui il 2,5% ha oltre 40 anni di età. Si registra una prevalenza maggiore della patologia nel Nord del Paese (48%), seguito dalle isole (28%) e dal Centro (24%).
Attualmente l’unico modo per arrestare o rallentare i danni legati al glaucoma consiste nel ridurre la pressione intraoculare attraverso l’uso di farmaci, terapia laser e diverse procedure chirurgiche. Tuttavia, talvolta si rischia di arrivare troppo tardi all’intervento.
La diagnosi precoce garantirebbe una maggiore tempestività. Un primo passo importante nella diagnosi precoce potrebbe essere quello di identificare le categorie a rischio (consanguinei di pazienti che hanno sviluppato la malattia, persone con forte miopia o con problemi cardiovascolari) e su queste effettuare uno screening mirato, partendo da test di base fino ad esami tecnologicamente innovativi.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)