La definizione generale di abuso agli anziani data dall’Organizzazione mondiale della Sanità è “un atto, singolo o ripetuto, o la mancanza di atto appropriato, che si verifichi nell’ambito di una qualsiasi relazione ove vi sia un’aspettativa di fiducia e che causi danno o sofferenza a una persona anziana”. La definizione è limitata, perché non prevede l’autoabuso (cioè l’abuso che l’anziano possa fare a sé, ad esempio vivendo in condizioni igenico-sanitarie non consone) e sembra centrata su fatti che si debbano consumare fino alla fine per forza. Inoltre in molti casi (es. gli scippi) l’abusante non ha con gli anziani nessun rapporto di fiducia. L’abuso nell’anziano può essere più difficile da riconoscere rispetto a quello su altri soggetti deboli per almeno tre fattori: la scarsa consapevolezza del fenomeno da parte degli operatori, la mancanza di una definizione del fenomeno che rende più difficile raccogliere e diffondere informazioni su di esso, infine problemi di diagnosi differenziale dal punto di vista medico-legale (es.il livido può essere dovuto sia a violenza che per la maggiore fragilità del corpo). Il fatto è che raramente e con grande paura l’anziano riferisce di aver subito abusi (fisici, psicologici o finanziari) più spesso consumati, contrariamente a ciò che si crede, a casa propria piuttosto che in istituti. Nel caso si riceva la segnalazione di un abuso, è importante mettere l’anziano in sicurezza e dargli supporto emotivo e psicologico, rivolgendosi alle forze dell’ordine (meglio quelle specializzate per “soggetti fragili”). Bisogna,inoltre, per quanto possibile, garantirgli uno spazio di ascolto empatico e non giudicante, capire come vive il problema, attraverso domande non invasive ma di approfondimento. Comunque la via repressiva è forse la soluzione meno efficace dal punto di vista della tutela della vittima, è meglio cercare di prevenire. Per questo sono utili diversi strumenti: la sensibilizzazione pubblica e la formazione degli operatori, che devono essere in grado di collaborare efficacemente tra loro in team multidisciplinari, ricorrere agli istituti legali vicariali: il tutore, il curatore e l’amministratore di sostegno, utili anche per prevenire l’abuso finanziario, valgono anche ad ovviare al problema della querela di parte di anziani incapaci per problemi cognitivi. Infine è importante risolvere i problemi alla base della situazione di abuso, ad esempio: prevenire l’isolamento sociale o ridurre lo stress del caregiver, sia esso familiare o professionale ed educarlo alla cura.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)