Angelo Ferro è morto a 78 anni, a Padova. E’ stato a capo di un’azienda di macchine per la pasta, la Pavan di Galliera, leader mondiale nel settore, per metà degli anni ’80 presidente di Confindustria Padova, consigliere di amministrazione per decenni di banche, imprese editoriali, altre società. E dal 2004 al 2010 presidente dell’Ucid l’Unione degli imprenditori e dirigenti d’azienda cattolici. Ma Ferro sarà ricordato soprattutto per essere stato cofondatore e presidente dell’Opera Immacolata Concezione, assieme a Don Antonio Varotto e Nella Maria Berto. Opera che è diventata negli anni una delle realtà non-profit più importanti d’Europa; accoglie 850 anziani, assistiti da 1500 persone. Perché Ferro credeva che l’anziano, anche nelle condizioni di maggiore precarietà, quelle della non autosufficienza, fosse comunque una risorsa. La salma del professore riceverà gli ultimi commiati presso il centro «Civitas Vitae», che è l’icona di ciò che Ferro immaginava per l’età più avanzata, ma certo non meno attiva e responsabile. Qui gli ospiti trascorrono la giornata vicino i bambini dell’asilo nido e della scuola materna, agli atleti delle Paralimpiadi avendo a disposizione tantissimi laboratori, i disabili hanno un giardino sensoriale, c’è una serra per l’ortoterapia e molto altro. Ferro ha trovato la capacità di accettare la fragilità e di trasformarla in risorsa, in lezione di vita «In quanto esperti di vita e di relazione, gli anziani – era solito dire – sono i più qualificati a promuovere il valore dell’agire comune e solidale, trasmettendo quella fiducia nei rapporti interpersonali e nei progetti di vita comune, non meramente individualisti, che è costituiva di ogni comunità».