Durante il 26° Summit dei Capi di Stato e di Governo africani tenutosi in gennaio, abbiamo assistito a un notevole passo in avanti: i Governi africani hanno adottato il Protocollo alla Carta africana sui diritti umani e dei popoli riguardo ai diritti degli anziani e ciò è avvenuto dopo otto anni di stesure e modifiche, lobbismo, trattative e pressioni per il riconoscimento dei diritti umani delle persone anziane.
Tra le molte questioni fondamentali, questo Protocollo chiede gli Stati membri di adottare provvedimenti legislativi e istituzionali per garantire che gli anziani godano dei diritti, dei doveri e delle libertà come previsto dal Protocollo, chiede agli Stati membri di combattere qualsiasi forma di discriminazione e violenza, di garantire l’accesso alla giustizia e la pari tutela nell’ambito della legge e di tutelare il diritto al reddito in forma di pensione oppure altri provvedimenti di tutela sociale, nonché una serie di altri diritti fondamentali.
Il Protocollo è stato adottato in un periodo in cui la popolazione africana sta crescendo ad un ritmo senza precedenti. Naturalmente, anche la popolazione di anziani aumenterà nel corso dei prossimi anni, grazie al miglioramento della salute e a una maggiore longevità.
Dovremmo smettere di considerare gli anziani come un peso per la società e riconoscere i preziosi contributi che hanno dato – e continuano a dare – allo sviluppo sociale ed economico. Ad esempio, nell’Africa Sub-Sahariana, le persone anziane si occupano di circa il 40-50% dei bambini orfani a causa dell’AIDS, con una media di tre bambini per ogni anziano. Gli strumenti legali sui diritti degli anziani, come il Protocollo africano consentiranno di garantire che gli anziani in tutto il mondo possano vivere una vita sana e dignitosa.
(Fonte: tratto dall'articolo)