Da qualche mese opera, tramite un accordo tra Ministero della Salute e Regioni, il Piano Nazionale Demenze che costituisce un punto fermo importante e necessario degli interventi a favore degli anziani fragili. Il Piano nasce per cercare di dare una risposta in uno scenario caratterizzato da: aumento degli ammalati, crisi dei supporti naturali (la famiglia), condizioni di solitudine, crisi economica e del sistema di welfare.
Bisogna inoltre considerare le difficoltà culturali e scientifiche verso le malattie croniche, per le quali non è ancora possibile far convivere la medicina di precisione (ovvero la medicina su basi scientifiche, frutto delle ricerche più avanzate) con la medicina personalizzata, cioè i diversi ambiti che caratterizzano la vita dell’individuo nel mondo reale.
In risposta a tutto ciò, il Piano afferma alcuni principi così schematizzabili: a) superamento dello stigma nelle famiglie, nelle comunità, tra gli stessi operatori della salute; b) diritto dell’ammalato ad essere considerato cittadino in ogni fase della malattia e non un “costo”; c) superamento di qualsiasi trascuratezza da parte dei servizi; la cura delle demenze deve essere al centro dell’attenzione di medici e operatori; d) diritto a rimanere nella propria casa fino a che è possibile; e) diritto a essere assistito in ogni fase della demenza, da parte di una rete di servizi incentrata sui Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze; f) “diritto alla speranza”, quindi l’impegno dello Stato a formare in modo consono operatori sanitari e medici e ad implementare le risorse per la ricerca.
L’Associazione Italiana di Psicogeriatria durante il 16° Congresso Nazionale ha confermato l’impegno di seguire le fasi applicative del Piano.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)