Il progetto Mario Kompai ha ricevuto i finanziamenti della Commissione europea. In corso una fase pilota alla «Casa Sollievo della Sofferenza» di proprietà del Vaticano: l’umanoide affianca gli infermieri negli esami clinici e fa compagnia ai pazienti. Mario Kompai sembra un giocattolone coi suoi occhioni da Barbapapà. Non lo è, ma è un bene che lo sembri. Perché la nostra vecchiaia, con una curva della popolazione occidentale che sempre di più va in questa direzione, potrebbe essere affidata a lui e a suoi fratelli robot. Presso la «Casa del Sollievo della Sofferenza», il più grande ospedale del Sud nato con le donazioni per Padre Pio è in corso una fase pilota con l’introduzione del robot umanoide Mario Kompai che sta interagendo con alcuni pazienti. In sostanza sta facendo compagnia ai pazienti con un risparmio di 50 euro ad esame. Il risparmio è legato al fatto che soprattutto i malati di Alzheimer hanno bisogno di un aiuto fino a 20 ore al giorno e in questo caso il robot affianca gli infermieri. Non li sostituisce, perché sarebbe forse inefficace ma sicuramente inumano pensare di dimenticarsi dei pazienti chiusi in una stanza con un robot: le mansioni principali restano all’uomo, ma negli orari non centrali della giornata ecco entrare il nostro «Kompai» che svolge anche alcuni esami clinici.
(Fonte: tratto dall'articolo)