La rete lombarda dei servizi per gli anziani rimane, nella sua impostazione complessiva, quella delle legislature precedenti e si rifà ancora alla riforma introdotta nel 1987 ( d.G.r. n. 4871/1987). Non fanno ancora in tutto parte del sistema a regime i “nuovi” temi (residenzialità intermedia, domiciliarità integrata, servizi di prossimità). Manca l’azione di governo che parta da una solida previsione demografica della quale c’è urgente bisogno in base ai trend di invecchiamento attesi per i prossimi dieci o venti anni. La X legislatura si è posta principi e obiettivi normativi di alto livello.Tra quelli più rilevanti per gli anziani: la presa in carico della persona, il rafforzamento dell’integrazione tra sociale e sanitario e lo sviluppo di una rete d’offerta più ampia. Nel sistema di welfare per gli anziani, si rileva una eccessiva continuità col passato con un approccio obsoleto alla non autosufficienza( la malattia viene vista come chiave di lettura della vecchiaia). Si è avuta una iper-produzione normativa che ha appesantito il sistema in misura non proporzionale ai risultati ottenuti. Unico elemento di discontinuità con il passato: un importante investimento sui servizi domiciliari. Tuttavia, con l’accorpamento degli Assessorati sanità e sociale in unico assessorato ( al Welfare), si è avviata una progressiva "sanitarizzazione" del sociale. Un chiaro sintomo di questa tendenza è la “confusione” in atto far le politiche rivolte agli anziani non autosufficienti con quelle per i malati cronici, i quali non presentano le esigenze di assistenza continuativa (long-term care) dei primi. Sul piano dei finanziamenti, il settore degli anziani è quello che, per dimensioni e trend demografici, ha sofferto di più per le tensioni finanziarie del sistema.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)