Giulio Rapetti da 85 anni, Mogol da 62 anni e “ufficialmente” soltanto da 15. Così ieri il paroliere per antonomasia – ma lui non ama questa definizione, preferendo quella più corretta di autore – ha festeggiato il suo compleanno, essendo nato a Milano il 17 agosto del 1936, in qualche modo figlio d’arte visto che il padre Mariano Rapetti era il direttore musicale della casa discografica Ricordi e a sua volta paroliere con lo pseudonimo di Calibi. Il nome d’arte Mogol, con cui è universalmente conosciuto dal grande pubblico, in Italia e nel mondo, gli fu casualmente assegnato nel 1959 dalla Siae – di cui nel 2018 è diventato presidente («con la sua creatività ha dato lustro alla cultura italiana in Italia e nel mondo, sempre in prima linea nella difesa del diritto d’autore» scrive il direttore generale Gaetano Blandini») – fra un centinaio di nomi da lui inventati e proposti. Uno pseudonimo che poi nel 2016 con decreto del Ministero dell’Interno è diventato parte integrante del suo nome e cognome.
Nella catena di grandi successi ha scritto brani per artisti come Lucio Battisti, Riccardo Cocciante, Zucchero, Adriano Celentano, Mango, Gigi D’Alessio, Eros Ramazzotti e avviando una proficua collaborazione con Gianni Bella. Ma non solo musica suonata nella vita artistica di Mogol, fondatore quarant’anni fa esatti della Nazionale Cantanti assieme a Gianni Morandi e Claudio Baglioni, presidente della Siae e ideatore del Cet, il Centro Europeo di Toscolano, in Umbria: una Scuola no-profit per autori, musicisti e cantanti.
(Fonte: tratto dall'articolo)