Gli anziani e Covid-19 raccoglie diverse esperienze dei medici che, in prima linea, hanno affrontato l’emergenza del Covid-19.
L’autore, Marco Trabucchi, è direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria.
Dal suo osservatorio privilegiato ha dunque modo di osservare le maggiori problematiche relative al mondo dell’anziano, mantenendo un occhio di riguardo per la conciliazione tra la sicurezza sanitaria e la qualità della vita.
Il volume, tratto dal supplemento della rivista Psicogeriatria, vuole sottolineare l’impegno di quanti – nel corso di questa tragica esperienza - hanno scelto di onorare con passione e fatica la professione di medico.
Il contenuto è volutamente non omogeneo, ad indicare la complessità di quanto accaduto e la impossibilità attuale di semplificare il quadro disegnato dalla malattia.
Si fa cenno a diversi aspetti che hanno alimentato il dibattito scientifico nel nostro Paese e nel resto del mondo, come l’intricata vicenda del Remdesivir e l’insospettabile resistenza al virus degli ultracentenari, ma una parte sostanziosa del testo riguarda le residenze per anziani e gli ospedali.
I dubbi riguardano il futuro dei cosiddetti “Covid Hospital” e il ruolo delle RSA nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Ma ci si interroga anche sulle conseguenze dell’epidemia su medici e infermieri, che hanno lottato e continuano a lottare contro un nemico invisibile. Sottoposti a stress per lunghi periodi, rischiano di essere più vulnerabili al burn out.
Ampio respiro è stato dato poi alla cura dei malati in casa, un tema strettamente connesso ai servizi sul territorio.
Come sottolinea l’Autore nell’Introduzione, “non è ancora tempo per i bilanci”, ma l’esperienza vissuta durante l’emergenza ha mostrato il valore degli operatori che, in grado di controbilanciare le eventuali falle del sistema, hanno offerto aiuto e assistenza a quanti lo richiedevano.
Una consapevolezza, questa, che deve risollevare gli animi e far guardare al futuro con fiducia, ma che – contemporaneamente - deve impegnare le Istituzioni sanitarie ad offrire adeguati mezzi di sostegno alla generosità degli operatori.
Per passare, come recita il sottotitolo, dall’angoscia alla speranza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)