Secondo una ricerca di Cornell University, Scripps College e Claremont Graduate University, pubblicata su Frontiers in Psychology, le persone di una certa età non hanno maggiori probabilità di rispondere alle truffe sul Covid rispetto a quelle più giovani o di mezza età, nonostante siano il bersaglio dei truffatori. Anzi, risultano essere significativamente più diffidenti nei confronti delle affermazioni veicolate.
Lo studio ha coinvolto 210 partecipanti, di cui 68 di età compresa tra 18 e 40 anni, 79 di età compresa tra 41 e 64 anni e 63 di età compresa tra 65 e 84 anni. Uno degli strumenti di misurazione utilizzati in questo studio è la cosiddetta "scala di ricettività delle notizie false", che chiede ai partecipanti di valutare la "profondità" di affermazioni dal suono impressionante come "la buona salute conferisce realtà alla sottile creatività".
All'insaputa dei partecipanti, le dichiarazioni sono create casualmente per avere una sintassi intatta, ma essere prive di significato nel contenuto. "C'è una percezione comune - ha evidenziato una delle autrici della ricerca, Julia Nolte - secondo la quale gli anziani corrono un rischio maggiore di cadere vittime di frodi, o hanno maggiori probabilità di essere presi di mira direttamente dai truffatori. Il nostro studio rivela invece che è importante che avvertimenti su truffe relative a Covid-19 raggiungano anche giovani adulti e persone di mezza età".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)