Gli anziani in Italia non sono un peso. Si può (e si deve) dare più spazio ai giovani (che in gran parte se ne vanno) senza creare disagi e inutili sensi di colpa a genitori e nonni. Una questione di civiltà. Lo squilibrio tra generazioni è fonte di apprensioni familiari, di inedite tensioni. Oggi abbiamo quasi 14 milioni di italiani con più di 65 anni. Secondo l’Istat, nel 2037, in un contesto di popolazione calante, ne avremo 4,5 milioni in più. La percentuale di loro che non sarà autosufficiente è destinata a crescere esponenzialmente. Oggi a 75 anni è del 26 per cento; a 85 anni del 46 per cento.
Se leggiamo poi il rapporto Oasi 2018 del Cergas Bocconi, a cura di Francesco Longo e Alberto Ricci, ci accorgiamo che il numero di over 65 con limitazioni funzionali è (dati 2015) di quasi 2 milioni e 900 mila. Rimane però senza risposta la domanda di che cosa possa accadere ai soggetti più deboli. Se anziché discutere dello sperpero colpevole di quota 100, ci fossimo posti il problema di una migliore copertura assicurativa della non autosufficienza, avremmo reso meno incerto il futuro degli anziani e meno gravoso l’impegno dei loro figli e dei loro nipoti.
(Fonte: tratto dall'articolo)